Una pulpissima carrellata di copertine cattivissime, tutte tratte dalla tradizione “hard-boiled” anni ’70, un sottogenere della sceneggiata, che vedeva come massimi esponenti Mario Merola e Pino Mauro.
Non si è mai capito a chi dei due va dato il merito di aver “inventato” questo genere di enorme successo, visto che entrambi ne hanno sempre reclamato la paternità, con veri e propri dissing pubblici (si vedano le interviste a Stracult) ma sta di fatto che entrambi in quegli anni spopolavano.
Qui ci troviamo anche di fronte a copertine graficamente efficaci: sguardi minacciosissimi, basette da antologia, camicie aperte con catenoni. La tamarragine più pura e più autentica, impregnata di testosterone, pelo e cattiveria che al confronto quelli di Gomorra sembrano gli Orsetti del Cuore.
Dal punto di vista musicale erano canzoni che si rifacevano alla tradizione napoletana, contaminate da sonorità western alla Ennio Morricone. Era un genere ben confezionato, con arrangiamenti che richiedevano intere orchestre, ma tramontò agli inizi degli anni ’80, soppiantato dal neomelodismo.